Impariamo a respirare con Andrea Chellini
La potenza della respirazione diaframmatica

Curiosità 15 giu 2022

Non sappiamo respirare. Abbiamo purtroppo dimenticato come farlo. Un po' per colpa della postura scorretta, lavoriamo spesso seduti e ci siamo ingobbiti, il che comprime i polmoni ed impedisce al torace di espandersi, un po' per alcuni del sovrappeso, il grasso addominale limita l'espansione del diaframma. Poi ci sono le emozioni, l'ansia che influenzano il respiro. Si fa più breve, impegna solo la parte alta del corpo e diminuisce l'apporto di ossigeno all'organismo. Pertanto dobbiamo imparare di nuovo a respirare. A passare da una respirazione toracica e superficiale ad una respirazione profonda, diaframmatica. Il che facilita la digestione, è positivo per l'ipertensione, calma l'ansia, agisce sugli intestini e aiuta pure a gestire il peso. Basta dedicarci in privacy del tempo.

Respirare in apparenza è semplice. Ogni 24 ore, lo facciamo più di 20mila volte. Si tratta d'inspirare e di espirare. Inspirando si porta ai polmoni l'ossigeno che il sangue distribuisce alle cellule le quali, a quel punto, si liberano dalle sostanze tossiche e, tramite il sangue, ritornano ai polmoni che espirano l'anidride carbonica. «La consapevolezza che respirando nutriamo tutte le cellule del nostro corpo - osserva Andrea Chellini – è il primo passo per capire quanto sia importante la respirazione diaframmatica». Ex atleta nazionale, oggi è master Trainer, coach di campioni ed è il referente in Italia per il metodo di respirazione Buteyko che ottimizza lo stato di salute e aiuta a reagire alle moderne patologie.

«Il diaframma – spiega – al momento dell'inspirazione si contrae e si abbassa, mentre quando espiriamo risale. È un muscolo che ha risvolti circolatori sul cuore, digestivi sullo stomaco, sul dotto toracico per il drenaggio linfatico delle gambe. Deve essere libero. Quando s'inspira, la pancia deve gonfiarsi. Il torace non deve sollevarsi. Porta l'ossigeno nella parte bassa dei polmoni dove ci sono più bronchioli».

Per capire come funziona, consiglia di mettersi sdraiati in posizione supina, a pancia in su e le gambe piegate, i piedi distanti 20 centimetri. Sarà più facile dopo gestire la respirazione da seduti fino a farla diventare inconsapevole, meccanica.
Mettere una mano sulla pancia e una sul petto, e iniziare a respirare: l’obiettivo è far alzare la mano poggiata sulla pancia mentre quella posizionata sul petto deve restare ferma.

Inspirare dal naso e osservare la pancia riempirsi di aria, poi pian piano espirare dalla bocca lasciando uscire l'aria in modo passivo senza contrarre i muscoli addominali o inarcare la schiena. La mano sul petto serve per controllare se si facciano i corretti movimenti. Man mano che si prende il controllo della respirazione, usare solo il naso. Con la bocca l’aria entra direttamente in gola, fredda e secca, con il naso, l’aria entra riscaldata, umidificata e purificata.

Véronique Angeletti

Ps: Respirando con il petto e non con la pancia, i polmoni si riempiono solo al 30%. Pertanto con la respirazione diaframmatica si triplica la quantità di ossigeno immesso nella circolazione del sangue e si limita l'uso di tutti i muscoli accessori alla respirazione e dunque le tensioni e i dolori al collo, alle spalle e alla cervicale. Inoltre con più ossigeno, si eliminano più tossine, si rigenerano meglio le cellule e si migliora il sonno.